E’ strano. Passi l’ esistenza a tenere il resto del mondo lontano; erigi barriere per non essere infastidito da chi vale meno di te, da chi non ha valori ed argomenti. Da un mondo che vedi come massa, e non come singoli individui. Eppure alcuni di loro talvolta emergono, ombre discrete di un palcoscenico su cui, accecanti, riverberano le luci dell’ apparenza. Lasci che si avvicinino. Tu stesso, forse, ti avvicini su gambe non tue. La curiosità, il dubbio, la speranza. Il bisogno. Di rivendicare la propria superiorità, di veder confermate le proprie teorie, di non essere soli. cosa li spinge? Cosa ti spinge? Non hanno niente da offrirti così come tu non ho niente da offrire a loro. Sarà comunque un rapporto effimero. Lo sfiorarsi di due sconosciuti alla stazione. Qualche parola, per ingannare la solitudine, l’ attesa, la routine che tanto faticosamente hai costruito. Solo questo, e niente più. Lo diceva anche il corvo sul busto di Pallade Atena. Solo questo, e niente più. Ma ogni corazza ha dei varchi. Ciascun muro una breccia. E per chi è instancabilmente alla ricerca, attraversarli è uno scherzo. Si avventurano tra i corridoi e le cripte dove ti sei sepolto per sfuggire ad un mondo che non comprendi e non ti comprende. Quando meno te lo aspetti, sono lì. Davanti a te. Ti aggrediscono con le armi più devastanti che la natura abbia fornito all’ animale Uomo. La lealtà, il rispetto, la dolcezza, il ragionamento. La schiacciante, irresistibile potenza di un sorriso sincero. Dalle loro labbra alle tue; tanto riescono a fare recitando il ruolo più difficile di tutti. Sè stessi. Chi lo è davvero? Lo sei? Sei te stesso? Lo sei mai stato? Chi c’ è dietro lo sguardo accigliato? Di chi è il cuore che batte sotto il nero che ti avvolge? Dove finisce ciò che vedono gli altri ed inizia ciò che sei? Sai chi sei? Cosa sei? Lo hai creduto. Ne eri certo. Ma per abbattere le fortezze dove si sono arroccati i tuoi dogmi non ci vuole granchè. Una parola gentile. Un gesto sincero. Hai visto? Tu che le credevi inespugnabili, che niente sarebbe mai cambiato, che il mondo è solo bianco o nero, anzi di varie gradazioni di grigio e per lo più nero.... Poi capita tutto questo. Atteso per anni; eccolo, proprio ora che hai rinunciato, che hai deciso che non vale la pena sacrificarsi per altri, trovi persone per cui farlo. Novelli Galileo che rimettono in discussione false verità, che ostinati affermano: “eppur si muove”. Quel sole non è morto come credevi. Quel cuore è ancora capace di sentimenti cui per comodità e vigliaccheria avevi rinunciato. La tua coscienza non ha mai smesso di parlare; sei tu che non la ascoltavi più. Ne paghi il prezzo, talvolta. Un prezzo alto. Giusto così. Non c’ è crescita senza dolore. Di crescere non hai smesso come credevi. Hai ancora da imparare. Hai sempre da imparare. E forse anche qualcosa da insegnare. Da dare. Forse non sei cinico e spietato come credi, come vorresti. Non puoi esserlo, se al solo pensare che presto incontrerai qualcuno, se la sola idea di poter scambiare quattro chiacchiere senza pensieri con una persona lontana e mai vista, ti fa capire cosa intendesse dire la volpe del piccolo principe. Eppure era tanto comodo. Tanto semplice. L’ uomo nell’ alto castello, irraggiungibile. Un uccellino in gabbia. Crede di essere libero e felice perchè non ha altra idea di cosa c’ è al di là di quelle sbarre che lo proteggono e lo imprigionano. Ma poi lo sportellino si apre. Una sbadataggine. La scelta; rimanere in un dorato isolamento, oppure arrischiarsi nel vasto mondo, ben sapendo che le ali atrofizzate non ti sosterranno a lungo, che non sai come sfuggire alle sconosciute insidie che ti attendono oltre la soglia. Potresti trovare il tuo destino contro il parabrezza di un auto, nelle pallottole di un cacciatore. Tra gli artigli di un predatore. Nell’ ultimo istante ti chiederai perchè hai voluto rischiare. Perchè soffrire una morte tanto cruenta e dolorosa. Ed ecco che davanti ai tuoi occhi ormai opachi sfileranno rapidi come il pensiero che li porta ricordi di cieli tersi e panorami mozzafiato, di odori e sapori sconosciuti, inebrianti. Sì, è valsa la pena rischiare, dare una possibilità al mondo. Morirai e risorgerai più volte; ogni volta, l’ uccellino ferito del tuo cuore vorrà tornare nella gabbia. Ogni volta, il corvo della tua anima straziata gracchierà sconsolato “mai più”. Eppure ci ricadrai. Un sorriso, una parola gentile, anche una litigata furiosa prima di bere insieme un bicchiere per fare pace, ridendo di noi.. Sì. Tutto questo val bene una lacrima di dolore, che qualcuno saprà asciugare. Ci sarà sempre qualcuno, arriverà quando meno te lo aspetti. Saprà trovare la via per raggiungerti. Per ricordarti ciò che sei. Per scuotere la gabbia e spalancarne la porta. Per costringerti a guardare negli occhi il corvo.Per darti la forza di dirgli, con un sorriso sprezzante: “No. Mai più.”
-La notizia del giorno: Forse stasera riparte Annozero. O forse no. Difficile dirlo, in un paese dove la verità è un’ opinione...
-La frase del giorno: “Chi non ritiene di essere privo non desidera ciò di cui non crede di avere bisogno.” (Platone)
BEST. POST. EVER.
RispondiElimina...o almeno tra quelli che ho letto finora XD
siamo tutte fenici in fondo.
RispondiEliminarisorgiamo di tanto in tanto dopo che ci siamo appiccati il fuoco in mome di qualcosa che non ci appartiene, per lo più attanagliati dalla paura.
ma il punto, bobby, è che siamo i soli a incatenare noi stessi. siamo i soli a porci dei limiti ( che forse.. vediamo soltanto noi!).
lasciarsi andare significa permetterci di non giudicare sempre e comunque cosa è giusto e sbagliato. perchè tutto lo è soltanto per noi.
probabilmente l'istinto di bobby ci vede meglio del suo cervello.
e nei silenzi sta scritto di più che in tutti i post di questo blog.
p.s.: dobbiamo essere tutti come i campi di grano della volpe per chi ci sta vicino.
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