giovedì 27 agosto 2009

Milano da non bere

Oggi trasferta milanese per riabbracciare, dopo tanto troppo tempo, Mabelle, amica che nonostante tutto è rimasta tale e figlia putativa che, malgrado la distanza ed i silenzi, non ha mai perso il suo ruolo in seno alla mia immaginaria famigliola. Occasione anche per incontrare Andi, amico di forum e chat che finalmentre travalicherà, anche se per poco, il velo delle fibre ottiche e dei monitor e mi apparirà in carne, ossa e simpatia. Il tutto nella cornice della Milano che, grazie al sindaco letizia moratti (minuscolo voluto), è tornata ad essere “da bere”. Anzi, no.
Cosa intendo? Ve lo spiegherà meglio l’ articolo di Tommaso Labranca che riporto di seguito, pubblicato sul numero di FILM TV di questa settimana. Spero lo leggerete anche solo per premiare la fatica dell’ averlo trascritto parola per parola. Se poi ve lo godrete come me lo sono goduto io, meglio ancora.

Gentile signora Letizia Moratti, sindaco di Milano. Ho molto apprezzato la sua iniziativa che proibisce la vendita di alcolici ai minori di sedici anni. E non sono stato l’ unico, visto che altri comuni stanno seguendo il suo esempio. Eppure un dubbio sotterraneo mina quella soddisfazione: servirà davvero la sua iniziativa? Vietare la vendita di alcol ai minori è come cercare di fermare con una diga il corso di un fiume quando questa sta per sfociare in un mare. Il problema si forma a monte di quell’ estuario e ha un nome ben preciso. Non è insoddisfazione adolescenziale, disagio giovanile o altre definizioni che hanno fatto la fortuna di Crepet. Il problema si chiama Ipocrisia degli Adulti. Le faccio pochi esempi. Un po’ noiosi, lo ammetto, visto che sono cose che ho detto e scritto e ripetuto. Ma a quanto pare anche in questo caso la realtà e la politica paiono viaggiare lungo parallele che non si incontreranno mai. Per esempio, ha mai visto quelle simpatiche T- shirt che gli studenti delle medie inferiori e superiori portano a casa dalle gite scolastiche a Praga? Recano tutte scritte inneggianti alla birra e alle birrerie della capitale ceca. Evidentemente l’ Ipocrisia degli Adulti, in questo caso interpretata dai professori, chiede al preside di andare con i ragazzi nella Repubblica Ceca con la scusa di Kafka, Rilke o Kundera. Poi tutti insieme a ubriacarsi nelle trappole postsovietiche per turisti sprovveduti. E non ha mai nemmeno visto quella maglietta, molto diffusa, che recita: “ Pensa al tuo futuro, non fermarti alla terza media”? A spiegare il raffinato gioco di parole c’ è sotto l’ immagine di tre boccali di birra umanizzati, con l’ espressione da sconvolti. Ho già scritto altrove di come, quando io ero adolescente, leggevo nei fumetti Disney le parole champagne, birra, vino. Ciò nonostante non sono diventato un alcolista. Trent’ anni dopo, nelle ristampe di quelle stesse storie, ho visto l’ Ipocrisia degli Adulti che lavoravano alla Disney sostituire gli alcolici con acqua e aranciata. Risultato: i ragazzini che hanno letto questi fumetti edulcorati sono gli stessi talmente attaccati alla bottiglia da richiedere il suo intervento proibizionista. Evidentemente il buonismo antialcolico Disney non è servito a nulla. Se non ha visto le magliette e non ha letto i fumetti, avrà almeno seguito i notiziari in televisione. Magari un TG1 di inizio agosto o Studio Aperto verso il 16 dello stesso mese. Avrà allora sentito le tragiche notizie di tre ragazzi morti per coma etilico in rave tenuti in località di vacanza. E avrà sentito la voce lagnosa, da belato caprino, del giornalista raccontare la morte alcolica di una ragazza in questi termini: “Era arrivata nella località di villeggiatura con un programma ben preciso: divertirsi a ogni costo, al di là di ogni regola.” Esattamente il “programma ben preciso” che viene esaltato nei servizi di Lucignolo Bella Vita, montati magari nello studio accanto a quello in cui il giornalista dalla voce caprina ha realizzato il suo servizio dai toni moralistici. Ma l’ Ipocrisia degli Adulti rispetta il Vangelo quando dice “non sappia la tua mano sinistra ciò che fa la tua destra”. Se poi non ha visto nemmeno i notiziari, avrà almeno visto quella pubblicità di alcolici in cui tutti bevono e sorridono in una festa continua di socialità che solo chi si alcolizza può conoscere. Eppure l’ immagine reale che abbiamo degli alcolizzati è diversa dai volti puliti di chi negli spot fa comunella con altri consumatori della stessa birra. Ma l’ Ipocrisia degli Adulti pubblicitari è storia antica. Pensi che già nel XIX secolo i produttori di champagne diffusero una finta citazione attribuita a Madame Pompadour secondo cui “le champagne est le seul vin qui laisse la femme belle après boire”. Ma a quei tempi, almeno, l’ ipocrisia si fermava un centimetro prima del ridicolo, e sotto la parrucca incipriata della Pompadour non mettevano in caratteri minuscoli la scritta “bevi responsabilmente”. Lo ripeto: la sua iniziativa è più che degna, signora Moratti. Ma sarebbe forse più utile una sana dose di rozze percosse ai professori in gita, ai produttori di magliette, ai redattori Disney e ai pubblicitari. E soprattutto a quei genitori talmente incapaci di educare e controllare i propri figli adolescenti da aver bisogno dell’ intervento del sindaco.
(“Alcol”, di Tommaso Labranca, da FILM TV # 34 dell’ agosto 2009)



-Sette storie per non dormire- versione pocket:
La saga di "Twilight" di Stephanie Meyer.
(quattro romanzi, ma per rispetto di me stesso mi son fermato al primo)

Riassunto:

Lei: “Ti amo.”
Lui: “Sono un vampiro, starmi accanto è pericoloso”.
Lei: “Fa niente, sei un gran figo. Scopiamo.”
Lui: “Ok.”

Se avete più di due neuroni e riuscite a mandar giù questa, nemmeno il nuovo libro della De Filippi può farvi nulla.

-La frase del giorno: “L’ ovvio è merce rara.” (Bruno Tinti)

5 commenti:

  1. L'ipocrisia da me raggiungeva livelli che posso raccontare in un'altra occasione, fatta di amministrazioni complici e adulti corrotti per ben altro che un goccio di alcol.

    In ogni caso, la mia generazione ha bevuto senza remore e senza controlli per tanto tempo, e, spiacente per il cinismo, ma credo che soffocare nell'alcol la stupidità tipica solo dei sedicenni di oggi abbia quasi del legittimo. Finché bevono, fanno cazzate solo su loro stessi.

    Quanto a Twilight, mio caro, mi sono rivelata più saggia di te: non ho letto una pagina, non ho visto un film e per quanto ne so potrebbe parlare tanto di vampiri quanto di cavoli, piselli e altri ortaggi.

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  2. Bellissimo articolo, soprattutto la stoccata su Lucignolo..che vergogna.

    Anch'io ho letto solo il primo della saga, oltre non ce l'ho fatta...il punto è che quando ho voglia di leggere qualcosa di simile mi butto sui romanzetti Mondadori a 5 euro!

    Ah, comunque sei ascendente Bilancia.

    -Antonella

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  3. Ma vai tu a sapere che per avere un commento a "Sette storie per non dormire" dovevo pockettizzarlo... Comunque giro idealmente i complimenti al grande Labranca, dando il benvenuto all'anonima Antonella... E last but not least, mia cara Daniela, questo blog è a tua disposizione; se e quando vorrai deliziarci con alcuni tuoi racconti, non hai che da farlo... fà come se fossi a casa tua!;-)

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  4. Eccomi qui, dopo il nostro incontro dopo taaaanti annii :D
    Nonostante tutto e nonostante certe magliette certe cose no cambiano.

    Ora speriamo di non rivederci tra altri 10 anni :P

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  5. Sulla maglietta ci torneremo martedì, sempre che non mi chiudano baracca e burattini lunedì... In ogni caso, non passerranno certo altri dieci anni prima di rivederci; nel nome di Uzala e Valen, non lo permetterò! (ebbene sì, sto abbracciando la religione Mimbari... Ethil Z' Ha Veni...)

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