Detesto il mare. Ebbene sì. Chi ancora non lo sapeva adesso lo sa. Odio il mare e tutto quel che vi viene comunemente associato. Le pochissime volte che ho dovuto andarci le ho sempre vissute con notevole disagio, quasi come un tormento. Sia per la fauna bipede e caciarona che inquina le acque, le spiagge ed il mio spazio vitale( e questo putroppo non capita solo al mare). Sia perchè odio il caldo ed il sole. Sia perchè temo il mare, la sua forza troppo spesso sottovalutata,la sua giusta indifferenza nei nostri confronti. Gli basta un’ onda per distruggerci, per attirarci a sè e sfilarci la vita dai polmoni. Il che è ineccepibile. Da lui siamo nati, nessuno più di lui ha i mezzi per disfarci ed il diritto di usarli. La natura conosce appieno la giustizia poetica. Stavo addirittura per scrivere “dovere”, anzichè “diritto”. Lapsus? Mah... Un giorno, Lovecraft mi insegnò che il mare non va temuto(e quindi rispettato) solo per ciò che è, ma anche per ciò che nasconde. Il morto Cthulhu attende sognando a R’ Lyeh, sul fondo del mare. Dagon vaga su proibiti fondali oceanici. E fossi in voi starei lontano da Innsmouth. Alè. Come se non avessi già abbastanza paturnie marittime di mio. Con l’ andar del tempo, la mia avversione per il mare si è estesa a tutti gli specchi ed i corsi d’ acqua. Sia chiaro; adoro passeggiare sulle rive. Ma a debita distanza dall’ acqua. Stesso discorso per quanto riguarda laghi e canali. Anche artificiali. Questi non mi spaventano come il mare... ma diffido comunque di ciò che possono fare. Di ciò che potrebbero nascondere. Siamo talmente (stati ) abituati a pensare che l’ orrore si annidi in posti esotici e lontani (e quindi sicuri per noi ), che si manifesti sotto forme evidenti e trionfali, da aver rimosso il semplice, banale concetto che il mostro può benissimo essere il corso d’ acqua nel quale cadiamo e dal cui liquido abbraccio non riusciamo a sfuggire, la piena che rompe gli argini e ci spazza via con cinica, inarrestabile potenza. Chiare, fresche, dolci, false, letali, gelide acque... e qualsiasi tipo di creatura vi sguazzi dentro. Magar proprio lì, nel canale a due passi da casa. Ne ignoriamo la possibile esistenza solo perchè non l’abbiamo mai vista, o non ci siamo mai soffermati a pensarci. O non vogliamo farlo. L’ idea alla base di “Raschiando il fondo” è proprio questa: l’ orrore è più vicino di quanto non sospettiamo, o non vogliamo credere. Sadicamente, mi diverte lo stupore di chi, alla domanda “ma cos’ è quella cosa?”, si sente rispondere “non ne ho la minima idea”. Stupore seguito talvolta da delusione, irritazione.. ed anche, credo, un po’ di inquietudine, forse inconsapevole. Probabilmente pensano sia una posa, che voglia fare il prezioso. Vi assicuro che non è così. Assolutamente. Cosa sia la creatura di “Raschiando il fondo” non lo so nemmeno io. Non mi sono mai posto il problema di darle un’ origine, una natura od un qualsiasi status biologico. E del resto, perchè avrei dovuto? Voi forse, di ritorno da una gita nei boschi, vi chiedete perchè c’ erano scoiattoli e ricci piuttosto che galli cedroni o cinghiali? Vi chiedete perchè in un fiume ci sono le trote e non, che so, carpe o salmoni? No. Così è, e tanto vi basta. Ci sono cose che nascono, crescono e prosperano sotto i nostri occhi indifferenti tante quante sono quelle che invecchiano, muoiono e si estinguono. La creatura di “Raschiando il fondo” è uno di questi misteri naturali. E come tale va preso. Se poi volete mettervi a fare ricerche per scoprire cosa sia in realtà quest’ essere che disprezza fino alla nausea il sapore dell’ uomo (perchè peggiore dei rifiuti? O forse è l’ agrodolce sapore dell’ amore, ancorchè respinto, che la stomaca? Ah, quante domande... ), accomodatevi. Abbiate solo la gentilezza di farmi sapere cosa scoprite; sono curioso anche io. Prima di lasciarvi a càmici e provette, però, permettemi di porgervi a mia volta una domanda: perchè volete dipanare questa matassa? Semplice curiosità? O volete sapere come fronteggiare la bestia, casomai ve la trovaste di fronte? Sperate di catturarla per gratificare il vostro ego e farci un po’ di quattrini, oppure... no, dai. Questo è impossibile. Davvero non riuscite a sopportare l’ idea che esistano cose inspiegabili, magari appena fuori dalla porta di casa... o perchè no, dentro casa, creature delle quali non vi siete mai accorti perchè troppo distratti voi e troppo discrete loro? Dite, dite. Sono proprio curioso di saperlo. Pensateci su. Ditemi anche con che occhi guardate il placido fiume che scorre a valle o la risacca al tramonto... cosa ne pensate di quegli strani “rumori d’ assestamento” che si sentono talvolta, di notte, e... laggiù! Avete visto? Cos’ era ?!
-Il concetto matematico del giorno: Mario Giordano torna a Studio Aperto, lasciando la poltrona de Il Giornale a Feltri, che giunge da Libero dove lo rimpiazza Belpietro, che cede la direzione di Panorama a Mulè, che era a Studio Aperto.
Ecco dimostrato come, cambiando l’ ordine degli addendi, la somma non cambia.
-La frase del giorno: “Ciò che può essere immaginato non va mai perduto.” ( C. Barker, “Il mondo in un tappeto” )
-Il concetto matematico del giorno: Mario Giordano torna a Studio Aperto, lasciando la poltrona de Il Giornale a Feltri, che giunge da Libero dove lo rimpiazza Belpietro, che cede la direzione di Panorama a Mulè, che era a Studio Aperto.
Ecco dimostrato come, cambiando l’ ordine degli addendi, la somma non cambia.
-La frase del giorno: “Ciò che può essere immaginato non va mai perduto.” ( C. Barker, “Il mondo in un tappeto” )
B. S. P.
Non posso domandarmi cos'è quella cosa, non prima almeno di aver risolto un altro enigma ancora più preoccupante... cos'è quell'altra cosa che ha scritto di quella cosa e che tiene anche un blog? :D
RispondiEliminaHa scritto di quella cosa... ha un blog... Ah sì, è Sweepsy. Brutta bestia pure quella, in effetti! =P
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