M'è capitato, qualche mese fa, di avere una discussione su un tema tanto caro alle masse: la gestione della cosa pubblica in ogni suo aspetto.
In estrema sintesi, l'idea espressa dall'interlocutrice (e ripreso, in seguito, da altre persone di mia conoscenza) è che le cose andrebbero molto molto meglio se, anzichè giudici, politici e via amministrando le cose fossero gestite direttamente dal popolo.
Sarebbe tutto molto più semplice, democratico e giusto.
Mi sono permesso di obiettare tutto ciò, semmai, sarebbe più semplicistico, che la democrazia se esercitata con la pancia anzichè col cervello fa più danni di una dittatura, e che "giusto" è un termine del tutto privo di significato, essendo fin troppo soggettivo.
All'epoca citai alcuni esempi generali; oggi avrei sottomano qualcosa di più concreto. Il corriere riporta, infatti, l'ennesima notizia di violenza sulle donne. Dimostrando non solo la scarsità di altre notizia in generale, ma soprattutto come, una volta di più, i social network (dai quali Uzala ci scampi e liberi) si stiano dimostrando un'arma di distrazione di massa e di rincoglionimento generale assai più deleterea della tanto aborrita televisione.
Una volta si diceva: "se l'ha detto la TV" è vero. Oggi il mantra è "se l'ha detto Facebook è vero".
Se qualcuno osa ricordare, magari a mezza voce, che entrambi sono solo dei mezzi, e la veridicità di quanto riportano è direttamente proporzionale a chi quei mezzi li utilizza, si ottengono reazioni che vanno dalla condiscendenza borbottata all'isterismo. Specialmente nel caso di Facebook, vera latrina virtuale sui cui muri virtuali ognuno può fingere di avere una vita (che probabilmente, al di là dello schermo, non possiede) scrivendo a getto continuo gli affari propri per ricordare a tutti, ma soprattutto a se stesso, che esiste.
Perchè Facebook, esattamente come i cessi di cui è l'evoluzione, è bello, utile, divertente, ti mette in contatto con gente di cui non hai più notizie da tempo... ed è tanto comodo per suscitare reazioni di pancia, anzichè di cervello, le uniche che una nazione di ignoranti esperti in tutto può tollerare.
Leggendo, ammetto distrattamente, la notizia linkata più sopra, m'è tornata in mente quella discussione avuta sul potere gestito ed esercitato direttamente dal popolo.
Ho provato ad immaginare un processo a mezzo Facebook, con la furba* A.L.M. nella veste di vittima e Di Cataldo in quella di accusato.
L'esito sarebbe scontato: A. L. M., in quanto donna, avrebbe vinto su tutta la linea, ed avremmo visto Di Cataldo condannato a chissà quale pena. La giuria popolare di Forum, del resto, insegna.
Ora, non fraintendetemi: il problema della violenza sulle donne esiste, è serio e si è certamente amplificato in anni ed anni di imbarbarimento culturale, nei quali l'altra metà del cielo è stata declassata a mero oggetto, corpo senza anima, strumento col quale trastullarsi. Mi permetto però di pensare anche che quella del "femminicidio" sia un'emergenza creata a tavolino per tenere vivo l'interesse morboso dello spettatore e fargli provare quel tot di indignazione (finta) che fa tanto sentire bene ed attenti ai problemi sociali senza mai sfiorarli davvero. A meno che, ovviamente, non si sia un branco di invasati che si scatenano senza criterio contro il problema stesso, perchè "è giusto", finendo per ridurlo in burletta. Il che, ovviamente, giusto non è.
Ma, dopotutto, questo non è un grosso problema, in un paese di giustizieri allergici alla giustizia.
L'importante è che il popolo possa esprimersi.
A dire "non sapevo", sperando che il resto del mondo ci assolva a forza di cliccare sulle icone col pollice sollevato, si fa sempre in tempo.
*In reltà, tanto furba la signorin A.L.M. non è; poteva svegliarsi prima ed andare a fare la sua brava frignata dalla D'Urso (chè di fare come ogni comune mortale e sporgere opportuna denuncia alla polizia, pare, non se ne parla), anzichè affidarsi a Facebook. Ma non disperiamo, la stagione autunnale non è poi così lontana, e va pur riempita in qualche modo.