sabato 6 luglio 2013

Pensiero estemporaneo (scendendo il cane)



Laura Boldrini rifiuta l'invito di Marchionne a visitare uno stabilimento del gruppo Fiat in Val di Sangro.
Per "impegni istituzionali già in agenda".
Tradotto dal boldrinese, immagino che significhi più o meno "io sono di sinistra e con te non parlo perchè sei un Padrone".
A riconfermare tale ipotesi, l'incontro avuto in precedenza dalla Boldrini (che non è omonima, sempre della stessa persona si tratta) con Landini ed una rappresentanza di operai iscritti alla MaFiom, sindacato in crisi di identità e credibilità al punto di doversi accompagnare con chiunque pur di ricordare la propria esistenza.
Come se fosse possibile dimenticarsi questi rumorosi interpreti del fronte del "no" a prescindere, legati ad una concezione del mondo obsoleta per decreto storico, sempre pronti a starnazzare di diritti dei lavoratori  ma mai dei doveri conseguenti.
Naturalmente, l'atteggiamento della Boldrini è in linea col personaggio. Molto meno con la carica che rappresenta.
Non posso fare a meno di pensare cosa sarebbe successo se un Fini o uno Schifani si fosse rifiutato di incontrare Landini, accogliendo l'invito di un Marchionne.
Le cateratte dell'Unità, del Manifesto ed altri foglietti legati al vintage ideologico si sarebbero spalancate.
Con Landini a lagnarsi in controcanto, opportunamente alla testa di un corteo di sfaccendati.
Scrive peraltro Boldrini:

«Per ogni fabbrica che chiude e per ogni impresa che trasferisce la produzione all'estero, centinaia di famiglie precipitano nel disagio sociale e il nostro sistema economico diventa più povero e più debole nella competizione internazionale.  Le vecchie ricette hanno fallito e ne servono di nuove. Affinchè il nostro Paese possa tornare competitivo è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell'innovazione. Una via che non è in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali».

Tutto vero e sacrosanto. Ma che la strada della ricerca, cultura e innovazione debba percorrerla il solo Marchionne, ne dubito.
Chissà, forse il Presidente della Camera (cui mi permetto di suggerire, tra un impegno istituzionale e l'altro, una googlata per scoprire l'esatta definizione di "super partes") ha provato a spiegarlo anche a Landini.
Ma non essendosi riversati per strada branchi di tesserati con bandiera rossa d'ordinanza e slogan ritriti sulle labbra, non credo ci abbia nemmeno provato.

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