domenica 3 luglio 2011

L(ic)enzuola

Rieccomi qui,dopo il salto della scorsa settimana. Appuntamento mancato per due motivi: l’inizio della stesusa de “L’inquilino Ungherese”, racconto che procede bene nella mia testa ma fatica a trasferirsi sulla carta per cronica mancanza di tempo.Dovuta soprattuto al mio disperato fuggire per eludere la tenaglia comunista strettasi sulla padania alle ultime votazioni amministrative e referendarie. Colpa dei cittadini ottusi, strumentalizzati dai media politicizzati,com’è drammaticamente chiaro:l’85% della stampa è tutta schierata a sinistra.Il 15% rimanente ce l’ha con grillo,che nel suo non-partito impone dall’altro dei non-coordinatori decisi da lui stesso ai suoi non-militanti,ognuno dei quali,com’è stato ripetuto fino alla nausea,vale uno.Peccato che grillo,non-leader del suo non-partito,paia valere uno più.Il non-nuovo che avanza,sempre uguale a se stesso,dopo un sapiente lavoro di maquillage e tinteggiatura per renderlo più accattivante. Sistema vecchio come il mondo,grazie al quale anche il più anonimo lenzuolo può diventare un micidiale sistema di comunicazione. Nel mio vagabondare per la steppa del comprensorio MoSCa- Brianza, ultimamente mi capita di vederne parecchi.Sventolano dai parapetti dei cavalcavia pedonali, garriscono appesi alle cancellate, vengono tesi con mezzi di fortuna tra i pali della luce. Candidi rettangoli di stoffa deturpati dal dubbio spirito di autonominati artisti della bomboletta, ansiosi di mostrare al mondo la propria sagacia. Quella del lenzuolo come striscione nasce, ovviamente, con i più nobili intenti: erano gli anni della seconda guerra di mafia, ed i cittadini li esponevano alle finestre per dire “basta” alla fiumana di sangue che affogava i selciati siciliani. Con quella capacità tutta italiota di tramutare in farsa anche i più nobili intenti, oggi le lenzuola diventano bandiere da due soldi su cui esercitare il proprio estro in occasione di eventi socialmente inutili, ma considerati fondamentali per i piccoli microcosmi rionali. In primis, naturalmente, i matrimoni. Cosa penso dell’istituzione in sé,penso sia abbastanza ovvio:per quale motivo sia considerato necessario seppellire il proprio amore sotto quintali di scartoffie e cerimonie inutilmente pompose,di fronte ad un potenziale molestarore di bambini inneggiante una divinità assente (in quanto inesistente?), sfugge alla mia comprensione. Chiaro, ci sono in ballo questioni non da poco che devono essere regolarizzate,tutela del coniuge,dei figli e via dicendo; e fin qui,sono disposto ad accantonare le mie obieizoni formali,almeno sul piano civile. Anche perché della parte squisitamente eclesiastica non devo preoccuparmi. Cosa penso degli “amici” che si fanno in quattro per imbrattare lenzuola con slogan che nemmeno il bagaglino dell’ultimo periodo si sarebbe permesso di avallare, è altrettanto facile da intuire. Niente da dire sui canonici “Marco e Maria oggi sposi”, con tutte le varianti del caso; una manifestazione innocua di entusiasmo, prodotta con l’intento di rendere partecipe della gioia dell’evento il passante occasionale. Poi magari è un cinico come me, che pensa già alla coppia sfatta dalla routine nel giro di pochi anni, ed alle battaglie legali per gli alimenti destinate a consumarsi davanti al giudice prim’ancora di poter celebrare le nozze di tolla. Magari in favor di telecamera, a “forum” o “verdetto finale” (cosa? Sono solo figuranti? Ma allora siete comunisti anche voi. Fuori da questo blog. Subito.).Comunque,dicevo:niente di male in questa modesta,banale manifestazione di gioia. La faccenda si complica quando prolifera l’estro stereotipato e cialtrone dei vari “sei ancora in tempo”, “ripensaci”, “ci sono tante altre donne al mondo”. Considerazione, quest’ultima, che sarebbe appena patetica…se non fosse stata rivolta alla sposa. Per la maggior parte dell’italiota tipo, cose simili sono allegre guasconate concesse in un giorno dove su tutto è concessa una tregua. A me personalmente portano a chiedere di che razza di “amici” sia circondata la coppia. Domanda retorica anche questa: il classico pubblico di tardo adolescenti rimbambiti da anni di commedie scollacciate italo-americane e programmi raiset.Convinti di essere maestri della risata e della batttutina fulminante,inconsapevoli della loro puerile pochezza ed intrinseca invidia sul ciglio della perfidia.La stessa che muove la mano di chi, una volta ogni quindici giorni, informa con linguaggio criptico gli automobilisti della Milano-Meda delle imprese amorose di alcune residenti. E mentre passi,non puoi non notare quel j’accuse vergato in grandi lettere sbilenche ed irregolari sul bianco increspasto dal vento.Un altro cavalcavia: “Mimmo, non farlo, sei ancora in tempo!”.Forse sì. Almeno per sbarazzarti di certi “amici” spiritosi;non è mai troppo tardi,per fare pulizia.Resta però l’amaro di pensare a come le lenzuola,una volta,fossero manifesti improvvisati di coscienza ed indignazione.A come,nel giro di pochi anni,gli autori abbiano fatto il salto della quaglia finendo direttamente nel fango.Siamo in italia,dopotutto.Scali la marcia,ed infili lo svincolo.

-La notizia della settimana: Il pdl cerca disperatamente un santo a cui votarsi. Per ora, ha trovato solo un angelino.

-La frase della settimana: “Non è l’età che rende adulti.” (C. Stein)

4 commenti:

  1. Mmmm... si parla di lenzuola??? O_o ma siamo ancora sul blog do bobby, vero? Posso dirti che questo è uno dei post più strani che ho letto da quando ti conosco? :P Questa volta mi è sfuggito il punto, sarà che non ho letto come si deve e nn ho compreso bene.

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  2. beh mio caro n on dimentichiamo ci che le lenzuola o meglio i "lenzuoli" da sempre hanno vestito i fantasmi.................dunque sono quanto mai appropriati per "rivestire" e dare corpo ai nosrti personali fantasmi.......dalla paura di tuffarsi in un matrimonio che potrebbe rivelarsi non da favola( a proposito avranno restituito il passaporto a Charlene? ) all'invidia per l'amico che sposa la bonazza di turno alla paura che la Tav sconvolga l'ambiente ( di questo passo saremmo ancora alla scoperta della ruota )!
    Insomma il bisogno di comunicare e di non farlo in prima persona colla propria faccia e nome (conosco gente che oltre a stare difronte al pc tutto il giorno a conbattere "il male oscuro" dalla propria pagina di facebook lo fa pure con un nome falso )fa si che i lenzuoli volteggino nell'aria depositari dei pensieri che spesso dimostrano quanto soporifera sia la mente umana.
    Senza dimenticare poi il sottile piacere dell'emulazione per cui si sacrifica la "dote" di nonna per il piacere di averlo fatto almeno una volta, di sentirsi un artista della contestazione, un mago della battuta sagace.
    Penso che davvero si viaggi verso la più completa delle impersonalizzazioni dove la mancanza di coraggio del se fa si che si sviluppino forme di comunicazioni sempre più anonime.
    Già perchè mentre a Palermo si esponevano le lenzuola ai balconi della propria casa a voler significare......qui no, qui la si pensa diversamente...........i lenzuoli più o meno reali se non addirittuare virtuali non sono riconducibili e pertanto sicuri con la solida possibilità di dissociarsi e di dire.......no io no non l'ho scritto proprio!
    Lenzuoli, lenzuola come sempre due volti dlla natura umana, chi vive e chi si lascia vivere, differenza sottile ma molto profonda!
    Boyofthetime

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  3. E meno male che ci sei tu, Boy, a ricordarmi che c'è vita intelligentissima, là fuori... Molto interessante anche la frecciatina sulla TAV; ultimamente, sull'argomento, ho idee che non condivido, per dirla con Groucho Marx. A differenza delle tue sulle lenzuola, ciò che ci sta dietro, e soprattutto la vigliacca pochezza umana che mascherano.

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  4. In pratica il discorso era legato al lenzuolo come mezzo alternativo di propaganda di qualcosa, giusto? Dimmi tu se ho cannato, Bobby.

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