giovedì 13 maggio 2010

Turni

Anno finora inutile, il 2010. Ci ha regalato una pasqua precoce, un 25 Aprile caduto di domenica e un Primo Maggio coinciso con il sabato. Musi lunghi negli uffici, ma soprattutto nelle redazioni dei tg che non hanno potuto rimandare in onda i filmati del 2003 con i classici del cialtronismo: i turisti che affollano le città d'arte e il casello di Melegnano intasato per i vari ponti. Abito a dieci minuti da quel casello e spesso, quando vedo certe dirette a studio aperto, scappo subito a controllare. Mi trovo di fronte un traffico rado e scorrevole. Saranno servizi registrati con il green screen in un ripostiglio di milano 2 per far credere che tutto va ben? Forse proprio per far fronte a questa mancanza di notizie importanti, l'informazione ha virato verso un'altra polemica fondamentale: è giusto o no lavorare il Primo Maggio, nel giorno della festa dei lavoratori? Ci sono in giro tantissime persone ingenue che mi provocano tenerezza. Tra questi anche l'ex presidente ciampi, mosso dall'illusione che, reintegrando il 2 Giugno come Festa della Repubblica, saremmo tutti scesi per le piazze a cantare l'inno e a sventolare tricolori. Ahimè, signor Presidente. L'unico risultato che lei ha ottenuto è stato offrire un'ennesima occasione ai tour operator malandrini di truffare vacanzieri in bermuda al grido di "Prenota subito il ponte del 2 Giugno a Formentera." Il nostro connazionale medio, ossia l'ignorante tatuato, con tracolla Vuitton taroccata e piercing all'ombelico (figura diffusissima, ma che forse nei saloni del Quirinale ciampi non ha visto spesso) non sa spiegare perchè si celebrano le feste civili o religiose. Si potrebbe anche insegnarlo, ma a chi? Piazze disertate. Non rimane nessuno. Sono tutti a Formentera! Quindi meglio se si obbligano simili individui a lavorare anche al Primo Maggio, ho detto a un cassiere di un centro commerciale che, mentre imbustavo la spesa, si lamentava del dover lavorare nel dì di festa. La risposta è stata un urlo indignato. "Ma come! Devo già lavorare anche di domenica! E quando passo del tempo con la mia famiglia?". E io, da scioperato senza lavoro fisso quale sono, mi sono vergognato. Ho pensato ai bambini di quel povero cassiere che alla domenica mattina si svegliavano e piangevano: "Papà, dove sei?". E poi guardavano gli altri bambini che andavano alla santa messa per le famiglie tenendo per mano entrambi i genitori che al settimo giorno si riposano e affollano i sagrati come coloro che Wilhelm Furtwangler diceva di sentire nel Terzo Brandeburghese. E l'assenza paterna peserà anche sul pranzo domenicale: sarà la mamma a tagliare e distribuire il tacchino. Seguirà un pomeriggio malinconico in cortile, invece dell'andare tutti insieme a vedere una bella mostra o al parco come nella Grande Jatte di Seurat. I figli del cassiere, ormai monoparentali, si sarebbero sentiti umiliati come la piccola Francesca Guadagno che in Piange...il telefono confessa di avere solo una firma sul suo diario. Gli altri hanno anche quella del loro papà, io no... Alla sera, tornato a casa dopo aver strisciato migliaia di confezioni sul laser, il cassiere avrebbe appena abbracciato la sua prole, prima di cadere sul suo letto, esausto come un minatore del Sulcis. Mi sono commosso davvero, ricordando tutte le volte che mio padre lavorava nelle festività perchè il suo distributore di benzina era di turno. Allora per protesta ho lasciato lì la spesa, ho comprato un lenzuolo su cui ho scritto con lo spray: "No al lavoro domenicale!" e ho iniziato a girare per il centro commerciale fino all'ufficio dei cattivi dirigenti. Che alla fine hanno capitolato. E il Primo Maggio il cassiere è stato a casa, con i bambini. Che al mattino lo hanno ignorato, preferendogli i cartoni su italia 1. Pensava di consolarsi a pranzo con il tacchino, ma la moglie gli ha messo davanti i surgelati del camaleonte, semibruciati. E di fronte all'ansia di dover trascorrere un pomeriggio visitando una mostra scassapalle o al parco tra bonghisti e zanzare, il cassiere ha avuto un'idea: ha messo la famiglia sul suo suv e tutti al centro commerciale! Che per fortuna è aperto anche al Primo Maggio. Se no, non si saprebbe davvero cosa fare.
("Turni", di Tommaso Labranca, tratto da Film Tv #18 del maggio 2010;
copyright degli aventi diritto)

-La notizia del giorno: ratzy incontra gli intellettuali a Lisbona. Invitandoli ad uscire con le mani in alto.

-La frase del giorno: "Famiglia: associazione di individui che vivono nella stessa casa, composta da un maschio, una femmina, ragazzi, servitori, cane, gatto, uccellino, scarafaggi, cimici e pulci. E' l'unità base della società moderna." (A. Bierce, "Il Dizionario del Diavolo)

4 commenti:

  1. Ma quanto mi piace sto' ragazzo (intendo Bobby (of course)ed un po di cinismo su sta c.....o di famiglia ed affini.
    Purtroppo di idioti ce ne sono in giro molti, che credono che una moglie e dei figli ti risolvano i conflitti interiori (io ne sono incappato in uno).
    Certo la famiglia se fosse un unione di persone che "vogliono" stare insieme e non "debbono" essere obbligati a farlo sarebbe una gran bella istituzione. Alluopo sono stati inventati i centri commerciali dove trascinare le proprie svuotate esistenze al di di festa. Già perchè il giorno peggiore è la domenica quando tutto si ferma e bisogna tirar fuori il proprio io. Niente impegni, nulla da fare se non riscoprirsi e farsi scoprire. Pauraaaaaa!
    Proprio domenica ho deciso di dare uno scossone alla vita del "mio" Lui. Stufo di saperlo chiuso in casa a piangersi addosso, seppur facendo finta di essere sulla strada di cambiare il mondo, ho suonato il citofono e dopo un attimo di paura gli ho detto ciao!
    L'ho terrorizzato, sotto casa aveva una persona che voleva costringerlo a guardarsi ed a guardare la sua vita. La casa un casino, in pigiama alle tre di pomeriggio il mio eroe non mi ha fatto nemmeno salire, troppo rischioso metterci la faccia! Ti sbagli, non capisci, tu non sai......ha perfino minacciato di chiamare la polizzia se non me ne fossi andato!
    Beh si il centro commerciale è proprio utile, zero pensieri poche emozioni, qualcosa che ti tenga occupato la mente e non ti faccia pensare.
    Spero che si trovi la fidanzata dei suoi sogni, l'ennesima, e faccia tanti bei bambini che gli rompano i coglioni (ops) e lo costringano ad andare all'Auchan più vicino!
    Che tristezza pensare che si possa sprecare così la propria vita fra un turno e l'altro, fra un supermercato ed una domenica a fingere che tutto vada bene.
    Ma si in fondo andrebbero abolite tutte le feste, perchè tanto non esiste più il "sabato del villaggio" e la "donzelletta" ora si chiama Jessica e vuole passare il finesettimana fra un outlet e l'altro.
    Ed io che volevo passare la domenica a parlare di noi, a dirgli che la vita è troppo breve per sprecarla da soli al supermercato!
    Chissa cosa farà il prossimo ponte del 2 giugno, lo passerà in pigiama o forse andrà al centro commerciale con la "donna"!
    Chissà quanti come Lui faranno la stessa cosa o peggio si metteranno in coda sulla Milano-Laghi alla ricerca del loro vero io e sicuramente lo troveranno in quel fantastico centro commerciale appena aperto con tre piani di gallerie. La si compra tutto forse anche l'illusione di non essere quel che si è!
    Mi troverete un poco incazzato? avete ragione!
    Non so nemmeno se sono andato "fuori tema" ma come recitava uno spettacolo di qualche anno fà dell'inossidabile Loretta Goggi....."Bobby lo sa"....e fortunatamente non giudica!
    Grazie.....

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  2. Bobby, a volte mi lasci senza parole. Comunque, che orrore i centri commerciali! Ammetto, nel fine settimana ci vado pure io, ma soltanto perché il pomeriggio sono da sola e al sabato mia madre fa i mestieri in casa (quindi meglio non essere nei paraggi per non essere sballottati da una camera all'altra). Avessi compagnia, inventerei ben altro! E per tutte le stramaledette feste del calendario, quando tutti prendono l'auto e si riversano in autostrada, io me ne guardo bene! Una bella cenetta a casa, con amici. Che bello cucinare per gli amici (di solito in agosto, quando i miei sono in ferie), portare il tavolo in cortile (io abito in cascina, sono abbastanza libera), farsi lunghe chiacchierate con gli amici! Purtroppo sta andando perduto il gusto per le cose semplici.

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  3. Beh,grazie a tutti per i complimenti,ma l'articolo non è mio,ma del grande Tommaso Labranca,che col solito sarcasmo pungente porta sotto i riflettori tanto l'ignoranza generale degli italiani circa le sacrosante feste (avevo già accennato qualcosa verso pasqua,se ricordate) quanto il deprimente modus vivendi della famiglia-tipo, specialmente quelle formate da esponenti della mia generazione. Anche io ho fatto,in gioventù,i miei sabati pomeriggio all'auchan per mancanza di alternative/shopping compulsivo;ma era meta riservata ai pomeriggi invernali e non è durata a lungo.Purtroppo invece conosco persone che,parola loro,trascorrono ogni momento libero del week end al centro commerciale perchè "non sanno dove altro andare". La qual cosa mi è sempre sembrata incomprensibile fino a qualche tempo fa,cioè fino a quando non ho compreso la necessità di possedere,anche solo visivamente,ciò che ci è stato imposto come oggetto necessario.Da acquistare rigorosamente,nel caso,in (finto) saldo,solo per rendersi conto che non è poi così indispensabile.Ma ormai è troppo tardi...

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