martedì 23 febbraio 2010

Una larva al telecomando

Domenica scorsa sono andato a trovare un’ amica recentemente diventata mamma. Nel clima conviviale della serata, tra una chiacchiera e l’ altra, sono ad un certo punto andato in fissa su quanto trasmetteva la fino a quel momento trascurata televisione. Cioè una puntata di “amici” con una maria de filippi attrezzata di tacco 18 d’ assalto che la costringeva a camminare con la scioltezza di un AT- AT Imperiale. Scherzando, il marito della mia amica ha detto che critico critico, ma alla fine anch’ io se capita seguo con interesse trasmissioni di questo tipo. Il mio non era esattamente “interesse”; era piuttosto la reazione del pauroso che si copre gli occhi davanti ad un film horror ma sbircia tra le dita, ipnotizzato suo malgrado. Come vi ho detto nel Work In Progress di qualche settimana fa, ho recentemente scritto un racconto su reality, talent e simili (“Sogno, o il Prometeo moderno”). Chi l’ ha letto è rimasto fortemente colpito dalla trama, perchè l’ idea di fondo risulta verosimile nella sua aberranza. Personalmente, credevo d’ aver scritto qualcosa di forte ed efficace, ma devo cedere le armi: ancora una volta la realtà è molto peggio di qualsiasi cosa io possa inventare. Se non fosse bastato vedere il pietoso serraglio nello studio della de filippi, la riprova l’ ho avuta con sanremo, manifestazione che non ho seguito ma i cui risultati confermano quanto dicevo allora ai miei compagni di serata: l’ Arte, la Vera Arte, in italia è morta, ammazzata dal televoto. Una volta gli esclusi o chi per loro affittavano call center per farsi ripescare a forza di telefonate ed SMS, come fece corona con walter nudo a “l’ isola dei famosi”. Oggi non è più necessario. Oggi basta dare allo spettatore la possibilità di uscire dal proprio stadio larvale di spugna passiva elevandolo a critico di qualcosa che non capisce per garantire la carriera non al più capace, ma al più simpatico, al più telegenico, al più irriverente, al più sexy. Qualcuno sostiene che il podio di sanremo sia stato viziato da brogli e raggiri. Non è così. E’ perfettamente in linea con il paese. Agli estremi due signori nessuno usciti dalle amichevoli fucine defilippiane e dalla loro controparte rai, quell’ x factor condotto dall’ improponibile francesco facchinetti. Nel mezzo, un trio imbarazzante il cui perno è un principe che tale non è essendo privo di titoli nobiliari, non è rientrato dall’ esilio dopo anni di persecuzione per il semplice fatto che per essere esiliato deve esserti impedito di tornare nel luogo in cui sei nato o hai vissuto (esso nacque a Vienna e visse a lungo a Ginevra) ed ha ripulito la propria immagine prima ballando con le stelle e poi facendo lo sguattero di valeria marini a “i raccomandati”. Tanto basta per far dimenticare il suo passato e la sua ridicola pretesa di essere risarcito dallo stato italiano. Perchè no? Il ben più blasonato clemente mastella riuscì a sdoganarsi e farsi rieleggere al parlamento europeo dopo una sola stagione di inviato a “quelli che il calcio”. Funziona così. Non si premia (più) la capacità, la bravura, il talento ma la simpatia, la telegenia, il fascino malato che solo la videocrazia può garantire. Ed i giudici più importanti sono persone che vivono in simbiosi con lo schermo catodico, privi o quasi di capacità (a) critica, che non capiscono un’ acca di ciò su cui sono chiamati ad esprimersi e decidono quindi solo in base ad istinto ed ormoni. Come lo so? Perchè guardando quella maledetta puntata di “amici” è scattato dentro di me questo preciso meccanismo. Non avrei saputo dire, con cognizione di causa, quale delle due concorrenti avesse ballato meglio. Ma istintivamente avrei dato il mio voto a quella della squadra blu, perchè la sua avversaria era antipatica. Se fosse tecnicamente più brava non posso dirlo, perchè non ho i mezzi per giudicarlo. Come la gran parte degli italiani. Gli stessi che poi si chiedono come e perchè la nostra televisione sia diventata una tale discarica. Ci si interroga, ci si domanda, si cercano le colpe, si fanno voli pindarici quando la risposta è molto semplice: la televisione, oggi come ieri, è lo specchio di un paese dove il concetto di meritocrazia è ormai incomprensibile, desueto, quasi offensivo. E se l’ orchestra di sanremo si ribella per l’ esclusione di quelli che, piacciano o meno, sono Cantanti che si son fatti le ossa alla vecchia maniera, viene compatita e dileggiata dalla stampa che non la ignora. Mi vengono in mente i borg di startrekkiana memoria: resistere è inutile, verrete assimilati da questo meccanismo che considera fabrizio corona un eroe e Milena Gabanelli un’ anomalia. Mi viene in mente questo, e mi chiedo se non sia il caso di dare una patente alle persone prima di permettere loro di esprimere il loro voto, anche senza il “tele” davanti. E’ antidemocratico, ripugnante anche solo pensarlo, io stesso mi ribello all’ idea. Però... però...

-La notizia del giorno: bertolaso si reca sui luoghi di frane ed alluvioni perchè si sa che al danno bisogna aggiungere la beffa.

-La frase del giorno: “L’italia è un paese di stronzi. E sono la maggioranza. Come lo so? Perchè anch’ io sono uno stronzo. E al governo voglio un figlio di buona donna. Che stia dalla parte giusta, cioè dei più deboli, ma un figlio di buona donna.” (Daniele Luttazzi, "La guerra civile fredda")

12 commenti:

  1. Bene dopo la nia giornata di disintossicazione, riprende la mia settimana lavorativa.
    La situazione odierna della televisione è purtroppo lo specchio dell'italia al di la dello schermo, un paese lanciato verso il peggior conformismo, dove per essere devi appartenere.
    Appartenere a qualsiasi cosa qualcuno abbia formattato per te, e chi meglio di nostra signora della televisione, la beata Maria, sa creare vere e proprie correnti di non-pensiereo.
    Del resto lei stessa è una rinterpretazione la dimostrazione che puoi diventare altro nella vita. Un caro amico ne fu a suo tempo compagno di liceo nella bella Pavia, e la ricorda come la ragazza più invisibile della scuola perfettamente confusa con la tappezzeria degli ambienti in cui muoveva. Chi l'avrebbe mai pensata biondissima imperatrice della tv nostrana, eminenza grigia che muove masse di consenso. Già perchè la quantità di idioti che televota ai suoi programmi è pericolosamente pronta a "votare" anche altri!!!!
    Non tralascerei nemmeno quanto sia diseducativo per i ragazzi pensare che la vita sia un format da vincere e che poi tutto sarà meraviglioso.
    Penso con paura a quanti frustrati rimangono alla finestra aspettando il prossimo provino.
    Dovunque ti giri senti parlare di Grande Fratello come se parlassero della propria famiglia, la gente adora fenomeni da baraccone che nella vita reale sono dei falliti sesquipedali, che non sanno nemmeno esporre un concetto con un senso compiuto, sulla grammatica poi....
    Ho provato un brivido pensando che nella riforma targata Gelmini, nelle scuole superiori siano stati inclusi Corsi di studio artistico-musicali di chiaro stampo Defilippiano, ma chi è la Montessori del futuro!!!!Aiuto!!!
    Per non parlare dell'indegno spettacolo di Sanscemo che pur non avendo visto ha fatto talmente baccano che ovviamente non ne puoi non parlare, pricipi canterini-ballerini, eroi nazional-popolari, conduttrici avatar, insomma il peggio di quello che ci circonda riassunto nel trionfo della mediocrità.
    Però...però...mi sa che hai ragione ogni tanto siamo un pochino ripugnanti nel pensare certe cose!

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  2. Beh, come vedi anche io sono tornato alla solita routine dopo una giornata di relax!^^ Che dire, sono perfettamente d'accordo con te su tutto; come dicevo ieri, una volta la competizione era vista come stimolo a migliorare, oggi invece, grazie anche alla maria, al facchinetti ed a tutta la varia gentaglia che appesta il tubo catodico (e non solo!) è diventato un invito a prevalere con ogni mezzo. Ed anche questo, purtroppo, è lo specchio di un paese che ha rieletto per la terza volta uno che del "prevalere con ogni mezzo" ha fatto la sua regola di vita. Da qui la mia citazione di Luttazzi nella frase del giorno; quando l' ho sentita in "Decameron" sono rimasto folgorato, perchè è la verità. Noi italiani, piaccia o no, siamo così, e quello che vediamo, facciamo, votiamo è ciò che siamo. Per questo, contro ogni logica, "difendo" il verdetto sanremese. Inutile scandalizzarsi. emanuele filiberto vinse una pagliacciata come ballando con le stelle, perchè non un secondo posto in un festival farsa che da anni bada più alla forma che alla sostanza (videocrazia, basta apparire, nel bene e nel male purchè se ne parli)? Poi, è ovvio che ti ripugna pensare certe cose. Poi vedi queste cose e però, però...

    PS1: a proposito di scuola, penso saprai che su segnalazione di un leghista si sta pensando di eliminare o comunque censurare "Il Diario di Anna Frank" perchè contiene espliciti riferimenti sessuali che possono turbare i minori, ed è di ieri la notizia che un comitato di non ho capito cosa ha inviato una petizione alla gelmini perchè venga tolta la Divina Commedia dalle materie di studio in quanto offende le minoranze religiose. Anche qui: scandalo? Ma no. Noi siamo quelli che non vogliamo che i nostri figli vedano un giornaletto porno in edicola e poi non battono ciglio davanti allo spot della mueller.

    PS2: sugli amici di maria, grandi fratelli e portatori sani di fattore x: il problema non sono nemmeno loro, ma ciò che vengono fatti diventare. Perchè almeno perdessero e tornassero nell'oblio da cui sono venuti e dove giustamente dovrebbero stare, bene. Invece nisba. Te li ritrovi ovunque, a fare qualunque cosa. La mediocrità elevata a sistema. Uno studente medio li guarda e si chiede: "Ma chi me lo fa fare di farmi un mazzo così sui libri quando posso diventare famoso facendo il coglione?". Il risultato sappiamo qual è.

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  3. PS3: e tolta ogni patina di perbenismo ed amor proprio, come fai a dargli torto, a 'sto studente?

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  4. "..facendomil coglione" purtroppo convengo con te che sia molto facile comprendere chi pensasse così. In una società che ha come simboli personaggi di bassissimo spessore ma molta visibilità mediatica, che riempie discoteche di ragazzini che vanno a vedere il Sig. Corona o iltronista di turno, che vede spettacoli indegni come le polemiche tra Travaglio e l'ormai sempre più primadonna Santoro facendo felicie il Nano e tutti i nanetti. Perchè i ragazzi abbandonati dai genitori, dalla scuola svuotata di contenuti, dalla assensa di valo ed ideali, perchè 'sti ragazzi non dovrebbero aspirare ad essere il coglione di turno se ben pagato?
    In questi giorni ho frequentato il Fatto Quotidiano e mi ha colpito moltissimo la solidarietà espressa a Marco Travaglio, ma mi ha colpito altrettanto la disillusione di molti che ancora cercano di sperare in una società un po meno del tubo, catodico.
    Lo strapotere delle reti Mediaset, dell'editoria made in Mondadori, insomma l'irrisolto problema del conflitto di interessi sta diventando una piaga sempre più aperta in una democrazia sempre meno tale. Purtroppo dobbiamo riconoscere l'assoluta povertà intellettuale, intesa come critica di ciò che accade, della stragrande maggioranza degli italiani, panem et circenses siamo difronte ai nuovi imperatori che governavano il popolo dando loro in pasto i cristiani.
    Ora tutto viene pensato perche appiattisca il pensiero del singolo dirigendolo in quello della massa, omogenea e controllabile.
    Anna Frank turba gli adolescenti, La Divina Commedia offende gli altri culti, fondamentalmente la cultura va eliminata quale strumento di libero arbitrio, di consapevolezza del se.
    Forse meglio essere coglioni..almeno non ti girano le palle!!!!

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  5. Dimenticavo, buona giornata!
    Boyofthetime

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  6. Guarda, a me capita di essere un lettore ossessivo compulsivo. QUalcuno la chiama sindrome di Gutenberg, ma io se non ho niente da leggere dopo un paio d'ore do' i numeri. Così a lavoro mi porto sempre un libro per le pause; è capitato che un collega mi ha visto e mi ha detto, con un sorriso cameratesco, che la scuola era una brutta bestia. Quando gli ho fatto notare che non stavo studiando, ma leggevo per passione, dapprima è rimasto esterrefatto, poi mi ha chiesto con sincero sbigottimento: "ma chi te lo fa fare?". E non ti dico quelli che non hanno comprato il mio libro perchè "io non leggo mica". Detto con orgoglio. Per carità, preferisco una risposta del genere a chi lo compra solo per cortesia, ma il retroterra è desolante. Lo stesso di chi mi chiede che studi ho fatto, e quando gli dico un corso professionale di due anni dopo le medie scoppia a ridere e mi dice "no dai, seriamente.". Come se la cultura e la conoscenza fossero un servizio di cui eventualmente usufruire e non un dovere sociale. Per forza poi non mi stupisco se i riferimenti culturali sono quelli che abbiamo; mi disgusta, ma non mi stupisce. E non do' nemmeno tutta la colpa alla TV per un motivo molto semplice; se amici e simili fanno gli ascolti che fanno (e sappiamo che ne fanno) significa che l'italia di oggi si identifica in loro così come negli anni '90 si identificava nel pool di mani pulite (eroi finchè non andarono a cercare la corruzione nel quotidiano anzichè nel sistema politco-imprenditoriale; allora divennero mostri e Mani Pulite fece la fine che sappiamo. Per forza poi uno si chiede ma chi me lo fa fare. E come dargli torto?

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  7. L'ultima frase del post rispecchia un pensiero che mi ritrovo a fare spesso....forse un pò troppo spesso..

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  8. Se uno pensa che la cultura sia proporzionale agli studi fatti è un emerito imbecille, conosco un sacco di laureati che non vanno al di la del loro recinto spesso angusto.
    Come ti dicevo sto "cercando" di frequentare un uomo che mi piace molto una persona di grande cultura e sensibilità, passione politica con studi in prestigiose università europee, eppure così indeciso difronte alle scelte da fare per la sua vita, combatte le battaglie altrui e poi nasconde a se stesso ciò che desidera.
    Anche io alle volte mi chiedo ma chi te lo fa fare. Mi rispondo sempre l'amore.
    Ecco credo sia l'amore per una persona, per le proprie ideee per i valori che ci animano, i nostri interessi, insomma la passione per le cose che amiamo che ce lo fa fare.
    Lascia ai tuoi colleghi la certezza di essere più furbi perche "non leggono" hanno ragione così facendo si interrogheranno meno, avranno quella stabilità che solo la non coscenza può dare. Proust diceva che la sofferenza è la ricerca dell'anima di adeguarsi ad una nuova situazione, così ogni cosa che in qualche modo cambia la nostra visione della vita o la arricchisce di nuovi contenuti provoca una "sofferenza" che molti non vogliono provare,
    conoscere altri mondi, altri punti di vista, altri pensieri è un viaggio emozionante ma difficile, ci richiede ogni volta di aprirci al
    nuovo a qualcosa che può anche cambiarci nel profondo. Credo che il compito della "cultura" sia proprio questo aprire la mente ed insegnarci a "vedere".
    Torno a lavorare o almeno ci provo!
    Boyofthetime

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  9. mi riferivo alla "patente per il voto"...sarebbe poi così antidemocratico dimostrare di essere un essere almeno un minimo pensante per andare a votare?lo so,è discriminatorio,e forse sarebbe anche inutile visto che il voto come dice Luttazzi "è una questione emotiva"...però ogni tanto ci penso

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  10. Eh, ogni tanto ci penso pure io... però il problema è sempre legato alla capacità pensante. Per i berlusconiani gli alieni siamo noi. E come ho detto, e come dimostrò mani pulite, son tutti bravi finchè non tocchi i loro, di interessi....

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