giovedì 14 gennaio 2010

Scusate

Suonerà retorico, ma oggi volevo chiedere scusa a chiunque si senta immigrato. Non a chiunque lo sia, badate bene. A chiunque si senta tale. Spaesato, incompreso, intimorito da comportamenti che dovremmo aver superato in quanto sedicenti esseri pensanti e civili.Invece, ben oltre la soglia del ventunesimo secolo, ciò che definisce una Persona non sono i suoi ideali, il suo comportamento, la sua cultura, il suo modo di rapportarsi col prossimo. Troppo complesso. E' molto più facile etichettare interi gruppi per religione, colore della pelle, condizione fisica, età. La cosa aberrante non è che ciò accada; la cattiveria e l' egoismo sono intrinseche dell' animale Uomo, e diventano letali se fomentate dalla paura; cosa ci spinge ad aggredire chi è diverso da noi, se non questo? Paura. Di vederci riflessi nel nostro bersaglio, nell' oggetto del nostro odio. La nostra maschera di superba fiducia in noi stessi si sgretola non appena viene sfiorata dalla realtà che non siamo in grado di accettare: anche noi per contrappasso potremmo diventare ciò che disprezziamo . Non potendo sfogare la violenza nata dalla paura sul Fato, la riversiamo come un fiume fangoso su ciò che turba la nostra pace interiore. Scusateci. Ma non per questo, non per il nostro essere miseramente umani. Scusateci se i poliedrici figli di quest' orrore chiamato "Odio" e della sua consorte, la "Violenza", oggi sono al massimo notizie da terza o quarta pagina. Se i mostri di Rosarno sono gli immigrati brutti, sporchi e cattivi anzichè coloro che li costringevano a vivere in condizioni indegne persino dell' America schiavista dell' 800. Scusateci se una delle metastasi di questo cancro siede addirittura in parlamento e detta legge, sdoganando così qualsiasi istinto bestiale delle masse di bestie che li hanno eletti. Salvo poi ribellarsi quando sono loro a cadere sotto la scure del razzismo altrui. Strano cortocircuito; quando un tribunale tedesco afferma che uno stupratore italiano è da comprendere perchè la violenza sessuale fa parte della sua cultura, ci indignamo. Quando accusiamo allo stesso modo uno straniero di qualunque nefandezza, non ci sfiora nemmeno il sospetto che questi provi la nostra stessa indignazione, che sia una Persona come noi. Tant' è vero che neghiamo loro perfino il diritto e la dignità del nome. E' "il marocchino", "il pakistano", "il senegalese". "La donna". "Il mongoloide" da tenere a casa per non turbare la rispettabilità del nostro sabato sera al ristorante. Mai individui. Solo entità indefinite e spersonalizzate su cui riversare le nostre frustrazioni, le nostre angosce. Nemici da distruggere anche fisicamente, da rimandare al loro odiato paese... lo stesso dove andremo in vacanza dopo aver acceso un mutuo a scadenza cinquantennale. "Ipocrisia", altra tara dell' umana genia. Che si indigna quando gli si muove l' accusa di essere razzista: "io non sono così, la colpa è di qualcun altro". Può essere. Ma tu cosa hai fatto per impedire che ciò accadesse? Hai forse protestato? Hai forse ricordato a qualcuno le proprie responsabilità? Ti sei mai chiesto come si sia arrivati a questo? Perchè il vero responsabile, se esiste, non avrebbe potuto creare questo clima senza il consenso esplicito o tacito di chi lo circonda. Questo è accaduto ed accade, nel nostro Paese. Qui più che altrove si preferisce tacere e cercare altrove le responsabilità, anzichè accollarsi le proprie. Così niente cambia, "Odio" e "Violenza" copulano e selvaggiamente figliano la loro razza bastarda, partorita al ritmo dell' indifferenza dei più e dei cori da stadio di chi vorrebbe sanzioni contro il razzismo negli stadi. Ma solo lì. Altrove, altroquando, dalli al diverso. Paradossalmente, lo sconcio non è questo. Lo sconcio è che ci siamo assuefatti a ciò, tanto che nemmeno più ci rendiamo conto di cosa stia accadendo quando ce lo troviamo davanti. Quando noi per primi ci comportiamo così e prendiamo a male parole Ahmal perchè cerca di venderci il suo accendino e guadagnarsi onestamente la giornata. Perchè è solo un rompipalle di negro, mentre io io io...
Io non mi accorgo che il peggio di me, di noi è allo scoperto, e non siamo intenzionati a rimetterlo in gabbia. Perchè è così difficile. Perchè lo fanno tutti...
Prima o poi, se esiste una forma di Giustizia sopra o sotto la terra, tutti la pagheremo.
Fino ad allora, per la nostra inerzia, per il nostro collaborazionismo, per il nostro esserci solo a parole, per la nostra indifferenza, per il nostro essere ciò che siamo...
Scusateci.

-La frase del giorno: "Auschwitz comincia quando qualcuno guarda il mattatoio e pensa: sono solo animali". (T. W. Adorno)

Nessun commento:

Posta un commento

I più letti