venerdì 2 ottobre 2009

Manifesto, ergo sum

Sabato 19 settembre avrebbe dovuto tenersi una manifestazione, indetta dalla FNSI, per protestare contro i bavagli che il nostro cosiddetto governo vuole mettere all’ informazione. Dico “avrebbe dovuto” perchè causa morte di sei soldati in quel di Kabul il tutto è stato spostato al tre ottobre*, in segno di “rispetto per i nostri eroi”. Paradossi e paraculate di una nazione dove vale di più la vita di una manciata di militari al confronto di quella di tanti altri che ogni giorno muoiono più drammaticamente, tragicamente, in incidenti sul lavoro, falciati dal pirata della strada che non rispetta la segnaletica (ehy, ho fretta io io io), di miseria ed abbandono. Archiviamo tutto sotto “fatalità”; è più comodo e ci tiene pulita la coscienza. La stessa che ogni tanto italioti finto impegnati si divertono a portare in piazza per ricordare che esistono. A chi vogliano rivendicare il proprio esserci, però, devo ancora capirlo. Chattavo con alcuni amici di forum, giustamente indignati per il rinvio della manifestazione. Dico giustamente perchè se il pretesto è quello del rispetto per la morte, allora in Italia non si dovrebbe mai scendere in piazza. Per le ragioni di cui sopra, e per la gioia di qualcuno. Però non ho potuto e non posso fare meno di chiedermi se e quanto servano oggi le manifestazioni fini a sè stesse. Capiamoci: è bello ed incoraggiante vedere che c’è ancora una società civile che ha un minimo di spina dorsale e la usa per opporsi al tacco con la zeppa del criminano e dei suoi sodali sinistrodestrorsi (chè non illudiamoci, a sinistra non sono mica tanto diversi; solo un po’ meno spudorati). Mi chiedo però quanto realmente attivi e reattivi siano i manifestanti una volta lasciata la piazza. Ripenso a Videocracy; tutti ad indignarsi per mora, corona e berluscoso, ed alla fine dello spettacolo, tutti a fare shopping in centro a Milano per acquistare gli ultimi capi alla moda, per essere trendy, perchè basta apparire. Ampliando il discorso; quanti di quelli che scendono in piazza per sostenere la libertà e combattere il regime berlusconiano tornano a casa a rivedersi o guardare la partita sul digitale terrestre, con la tessera di merdaset premium? Oppure rincasando fanno un salto in edicola e comprano la loro copia una per di tv sorrisi e canzoni, chi, panorama e via dicendo (mondadori, berlusconi )? Quanti degli operai che riempiono le piazze alle manifestazioni sindacali per protestare contro l’ azienda ed il governo poi si vendono anima e corpo una volta ritirmbrato il cartellino e rimessolo nel portafoglio, accanto alla tessera del pozzo di letame (pdl ?) Sarà che sono talebano, come sostiene qualcuno, ma scendere in piazza per dimostrare soprattutto a sè stessi di essere cittadini sensibili ai grandi temi etici e sociali per due ore e poi fregarsene per le restanti 8758 dell’ anno (perchè ho da fare, io io io) e magari foraggiare in vario modo quello stesso sistema contro cui si è protestato trovo sia inutile e ridicolo. Un po’ come se, durante la rivoluzione francese, il popolo se ne fosse tornato a casa soddisfatto dopo aver smontato la Bastiglia abbandonando la lotta perchè “abbiamo dato un segnale forte”. Del resto, se la rivoluzione è stata “francese” e non “italiana” un motivo ci sarà, e non è il solo fatto che da noi manca la Bastiglia; manca l’ impegno. Da noi più in là del segnale sporadico difficilmente si va. Ci si accoccola sulle cifre; eravamo un milione in piazza, alè, la questura dice che eravamo 200, ma fa niente, è andata bene, abbiamo dato un segnale forte, adesso stiamocene buoni e non disturbiamo troppo i manovratori. Se no si diventa automaticamente sovversivi, agitatori, anarchici, provocatori, no global, terroristi, godomesu... che per essere dei cattivi in tuta gommosa di un telefilm giapponese degli anni ’70 avevano più orgoglio, coerenza e dignità di tante macchiette che oggi salgono sui palchi e si accalcano nelle piazze agitando bandierine e gridando slogan. Un paio d’ ore, però, non di più. Va bene far vedere che ci siamo, ma senza esagerare. Basta dare un segnale. Una volta dato, possiamo tornare alla routine, la coscienza pulita per aver fatto il nostro dovere civico. Che magari dovrebbe continuare anche fuori dopo la manifestazione, concretizzandosi in qualcosa di diverso. Non portare il proprio sdegno in corteo due ore, ma lo sdegno del corteo con sè, ovunque, per le 8760 ore dell’ anno. Un’ inversione di addendi che sicuramente cambierebbe una somma che, probabilmente, nessuno vuole davvero cambiare per un motivo semplice semplice: fa comodo a tutti. A chi organizza, che dimostra il proprio dissenso prima di rimettersi al tavolo delle trattative a strappare un accordo vantaggioso per sè stessi, ma quasi mai per quelli che si sono mobilitati. Per chi si è mobilitato, che può dire “io c’ ero”, giustificando con un unico sussulto d’ orgoglio la sua successiva, precedente e reiterata assenza durante la quale si lamenta di quanto cattivo è il padrone il governo il mondo l’ universo. Per coloro contro i quali si manifesta, che possono sbandierare il loro essere Veri Democratici per aver permesso la manifestazione (oooh, troppo buoni.) Così vivono tutti felici e contenti, e scorrono i titoli di coda, al termine dei quali non sarà cambiato niente. Ma non importa; noi il segnale l’ abbiamo mandato. Abbiamo dimostrato che ci siamo, che siamo vivi. Come la rana di Galvani, che sussultando dava un segnale inequivocabile: sono viva.Peccato che, cessata la stimolazione elettica, tornasse ad essere ciò che era: morta.

-La notizia del giorno: domani sarò in piazza Duomo a portare il mio sdegno... chissà se incontrerò qualcuno di voi....

-La frase del giorno: “Il popolo è una bestia varia e grossa che ignora la sua forza.” (T. Campanella)

* ovviamente in caso di unghie spezzate, gatti investiti, maltempo o disgrazie analoghe meritevoli di ossequioso rispetto la manifestazione verrà ulteriormente rinviata. Libertà e diritti possono pure aspettare; l’ importante è non passare per insensibili.... Anche se il problema è facilmente risolvibile. Avrete notato che, nonostante il lutto nazionale, non sono stati sospesi nè il campionato di calcio, nè “striscia la notizia”. Quindi gli organizzatori non devono fare altro che esortare i manifestanti a vestirsi da calciatori e mignotte. Basta poco, checcevò...

2 commenti:

  1. il fatto (...) è forse che la gente non ci crede più. vorrebbe farlo, vorrebbe crederci, ma sa tanto di idealismo adolescenziale, si sa che poi non cambia nu cazz.
    e come darle torto, a volte? dopo quella dell'agenda di voglioscendere, potrei quasi quasi unirmi al coro merdaset premium..
    no ok, non esageriamo.

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  2. Beh,in effetti anche su 'sta storia dell'agenda,per non parlare di tante altre cose più o meno correlate,ci sarebbe un bel po' da dire.Trasformare ideali in bussiness mi convince molto poco,perchè è la stessa strategia di mister b... per quanto nobili siano certi ideali.Eh sì,c'è parecchio da dire... e credo che lo dirò... grazie dello spunto! ;-*

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