mercoledì 16 settembre 2009

Toh.. toro

Tra gli appassionati, il nome di Hayao Miyazaki è sinonimo di animazione. E’ uno dei capisaldi della cultura nipponica, che considera anime e manga vera e proprio questo: cultura. Ho sempre amato le sue serie animate, dallo Sherlock Holmes con protagonisti animali antropomorfi cocreato e prodotto con l’ Italia (ah, tempus fugit... ) ai suoi cicli su Lupin Terzo. Purtroppo, non uso la parola a caso, questo apprezzamento non sono mai riuscito a provarlo per i suoi film. Onta e disonore su di me, ma non posso farci niente. La visione ottimistica di Miyazaki, piena di fiducia verso il mondo ed il prossimo, è in totale opposizione alla mia. Oltre a questo, i suoi finali non mi hanno mai convinto del tutto. Troppo sbrigativi ed “happy at any cost”. Ribadisco, problema mio, che non sono mai riuscito ad andare oltre lo splendido “Mononoke Hime” ed il meno riuscito “Il castello errante di Howl” (quando il tuo personaggio preferito è uno sgangherato castello deambulante c’ è qualcosa che non va nella caratterizzazione degli altri protagonisti). Comunque, la sensazione è sempre stata quella di aver assaggiato degli antipasti in attesa del piatto principale. Che, con mia somma sorpresa, arriverà nelle sale il diciotto settembre. OhUzala, arriverà nelle sale... diciamo che ci proverà.
Arriverà in qualcuna di quelle che non sia ammorbata dalla presenza de “L’ Era glaciale tre”, per la gioia di chiunque apprezzi un’ animazione classica rispetto alle nuove stupefacenti trovate della CG e del 3D e poi metteteci voi qualche altra sigla che sa di figo e possa attirare masse di cretini con mocciosi urlanti a seguito. Tradotto: ‘fanculo “L ‘ Era glaciale”, qualunque numero e sottotitolo segua queste due parole acchiappagonzi, il diciotto settembre mi fionderò nel più vicino cinema che proietti “Il mio vicino Totoro”. Che non è “UN film del premio oscar Hayao Miyazaki”, come recita il promo con le parole “premio Oscar” ben calcate ed evidenziate, si sa mai che qualcuno non capisca. Qualche gonzo non sarà riuscito ad entrare in sala per vedere “L’ Era glaciale”, quindi va accalappiatto in qualche modo, convinto a vedere Totoro. Che è IL film di Hayao Miyazaki. Forse IL film d’ animazione in assoluto. “Tonari no Totoro” sta all’ animazione come “Metropolis” sta al Cinema con attori in carne ed ossa. Un classico. E mi piacerebbe pensare che è per questo che arriva nelle nostre sale. Che finalmente i distributori italiani hanno capito che “animazione” non è solo Disney e Pixar, che anche e soprattutto dalla terra del Sol Levante possono arrivare prodotti di qualità uguale se non superiore (Disney e film di qualità; che ossimoro. ) Mi piacerebbe pensarlo, ma dubito sia così. Perchè Totoro è un film del 1988. Così mi chiedo: se oggi in Italia non esistesse il fenomeno manga- anime chi si sarebbe mai preso la briga di acquisirne i diritti per proiettarlo clandestinamente in due- tre sale, magari ad orari assurdi e per lo spazio di un week end? ( come accadde con il film di Cowboy Bebop o Ghost In The Shell ?) Perchè son cartoni animati, se li guardano solo i bambini e qualche appassionato, cioè quegli sfigati che fanno cosplay e vengono presi per il culo da Studio Aperto e psicanalizzati dagli emuli di Crepet. Con qualche personaggio che è stato visto ed amato da generazioni di spettatori si può anche rischiare. Kenshiro, Lupin... ma Totoro? Chi lo conosce. Non è neanche in treddì... puà. Meglio portare quei deficenti dei nostri figli quinquenni a vedere Madagascar dieci, zero storia ma tanti colori, e poi ti danno anche gli occhialini, sono coooosì coool, siamo cooooosì trendy. Ecco, speriamo. Speriamo che masse di genitori che nullla hanno da insegnare ai loro pargoli, soprattutto perchè nulla hanno da insegnare a chicchessia, continuino a riversarsi nelle sale a vedere stucchevoli storie di smilondonti e mammuth. Così potrò godermi in santa pace un pezzo di Storia dell’ Animazione giunto a noi attraverso il tempo per motivi sbagliati senza avere cretinetti ttorno che devono andare in bagno ogni tre secondi, si lamentano che non gli piace il film e continuano a chiedere perchè questo, perchè quello al padre incapace di zittirlo col sonoro ceffone che meriterebbe. Perchè son bambini, poverini, bisogna capirli. Già, e magari anche educarli. E l’ educazione potrebbe passare anche dalla visione di un film che non abbia bisogno di tecniche rivoluzionarie di regie e colori sgargianti, ma solo un po’ di sano mestiere e di amore per esso. A prescindere che la storia possa o meno piacere. Tutto sommato potrei quasi sperare che ci sia anche qualche bambino in sala; non sono tanto ottimista da credere che sia anche educato a dovere. Non sono Miyazaki. Infatti dubito persino di trovare una sala dove sia in programmazione. Però su “Videocracy” sono stato smentito, chissà che non accada anche questa volta.
E che non riveda anche la mia opinione sul comunque Maestro Hayao Miyazaki.

-La notizia del giorno: franceschini non andrà a Porta a Porta. Sembra che il trapianto di spina dorsale per ora funzioni...

-La frase del giorno: “Il pubblico è straordinariamente tollerante: perdona tutto, tranne il genio.” (Oscar Wilde)

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